Shanthynilayam è un istituto per bambini orfani e sieropositivi che si trova ad Hyderabad, nello stato del Telangana. Da tempo i referenti di questo istituto curano e accolgono i bambini che vengono abbandonati perchè sieropositivi. Il pericolo di contagio da HIV fa ancora molta paura in India, soprattutto nei villaggi. Spesso, quando muore prematuramente una madre e gli abitanti del villaggio sospettano essere infetta, i bambini vengono allontanati e , nella migliore delle ipotesi, accompagnati verso un centro sanitario in cui possano svolgere il test. Il cammino di abbandono e solitudine di questi bambini, spesso fratellini, comincia in questo modo, ed è per questa ragione che si sono sviluppate realtà di accoglienza: per fornire loro una casa e le cure necessarie alla loro condizione. Sono bambini visibilmente ammalati, denutriti; i loro occhi e i loro visi raccontano tutta la loro storia. Noi visitiamo per la prima volta Shanthynilayam nel 2017 e subito rimaniamo colpiti e commossi da questi bambini e dalla loro forza. Vivono tutti i una stanza di 50 mq; lì mangiano, dormono, fanno i compiti. Accade spesso che qualcuno di loro si ammali e non abbia la possibilità di essere isolato in uno spazio protetto e lontano dagli altri bambini. Ci appare subito evidente che la loro condizione abitativa non è per nulla adatta a sostenere i loro bisogni, non garantisce le minime condizioni di sopravvivenza. Rimaniamo con loro alcuni giorni. Condividiamo la loro vita, osserviamo la loro quotidianità. Marja con la sua straordinaria dote di artista coinvolge tutti i bambini in giochi che li chiamano ad esprimersi e ad essere protagonisti. Non sono abituati a ricevere tutte queste attenzioni. Sono giornate intense e cariche di allegrai e umanità. È incredibile come le condizioni fisiche, emotive ed abitative di questi bambini non impediscano loro di sorridere. Da queste immagini, che ci rimangono nel cuore, parte tutta l’energia per realizzare il primo e il secondo piano dell’istituto. Lo facciamo in un modo speciale, coinvolgenso i volontari italiani di Grimm Cantieri di solidarietà, persone generose che si adoperano in molte zone del pianeta per costruire scuole, istituti, chiese. Loro, come noi, mettono a disposizione il loro tempo e le loro risorse al servizio di chi ne ha più bisogno.
Così, a partire dal Novembre2017 si sono formate 5 squadre di uomini e di donne, ciascuna formata da 8-10 persone (operai, manovali, ingegneri, cuoche, insegnanti) che a loro spese sono partiti per Hyderabad per realizzare, insieme alla manovalanza indiana, "la casa dei bambini". In tutto sono stati mobilitati più di 48 volontari.
Primo gruppo:
Il primo gruppo, nel Novembre 2017, ha effettuato un sopralluogo, durato pochi giorni per verificare le condizioni nelle quali avrebbero poi iniziato a lavorare i volontari che si sarebbero susseguiti dal Gennaio 2018, la disponibilità di materiali e mezzi per la realizzazione del progetto. È stato studiato e steso un disegno, valutati tempi e costi, valutate le condizioni di sicurezza per i nostri volontari.
Secondo gruppo:
Nel Gennaio 2018 parte il secondo gruppo dal volontario muratore Mario Fornoni. Otto persona (5 uomini e 3 donne) che hanno iniziato il lavoro di costruzione dei muri perimetrali e dei muri divisori interni del primo piano.
Terzo gruppo:
Nel Febbraio 2018 altri 10 volontari, terzo gruppo, si avvicendano per completare il primo piano, rifiniscono i muri e predispongono per il secondo piano, la scala di accesso e i muri perimetrali. Intanto i lavoratori indiano si occupano degli impianti elettrici ed idraulici. le donne si dedicano ai bambini ed in particolare svolgono azioni di cura e di riordino del loro spazio. Rammendano gli abiti e le divise dei piccoli, li accompagnano a scuola, mangiano e giocano con loro.
Quarto gruppo:
Ad Ottobre 2018 altri 8 volontari (4 uomini e 4 donne) coordinati da Franco Bonetti raccolgono il testimone e si dedicano alla rasatura e alla tinteggiatura di pareti e soffitti e a piastrellare il primo piano. Qualche inconveniente con la consegna dei materiali (piastrelle e colla) rallenterà i lavori dilatando i tempi di posa delle piastrelle ma l’opera comunque procede con grande soddisfazione. Si progetta anche la copertura del secondo piano, una copertura leggera che non pesi sulle fondamenta dell’istituto. Anche i bambini iniziano a conoscerci e a seguirci incuriositi. I più grandi ci offrono il loro aiuto. La presenza di alcune insegnanti volontarie ha consentito di avviare nelle due scuole del villaggio lezioni di inglese con bambini ed insegnanti. All’interno dell’orfanotrofio è stato avviato un mini corso sull’igiene, in particolare sull’igiene dentale, l’uso dello spazzolino e del dentifricio. Nel frattempo le condizioni di siccità hanno reso necessaria la trivellazione del sottosuolo e l’installazione di un nuovo pozzo, per l’indispensabile approvvigionamento idrico.
Quinto gruppo:
Il lavoro viene completato nel Febbraio 2019. Dodici volontari italiani che terminano la piastrellatura e posizionano la coperture del secondo piano. Il fabbro e i suoi aiutanti fanno un lavoro certosino di recupero del ferro già esistente e montaggio-saldatura delle centine sui pilastri. Insieme Italiani e Indiani montano la copertura. Intanto vengono tinteggiate per la seconda volta camere e bagni secondo il disegno indicato dall’amico Giacomo Bonaldi. Il risultato è davvero bello ed i bambini non vedono l’ora di entrare nelle stanze nuove e di dormire in un letto, nel loro letto, con un materasso e non sul pavimento e sulle stuoie come avevano fatto finora. Vengono approntati i letti, materassi e lenzuola. Contemporaneamente alcuni volontari si dedicano con i ragazzi ad attività di personalizzazione del proprio spazio di vita, viene creato un orto per la coltivazione di frutta e verdura. Non sono mancati momenti di svago come la gita allo zoo di Hyberabad.
Ciascun gruppo è rimasto in loco circa un mese, ma qualche singolo anche più a lungo. Volontari con un grande cuore e tanta buona volontà. Si è trattato di un ponte di umanità tra Italia e India che è andato ben oltre la costruzione dell’istituto ed ha rappresentato un vero e proprio scambio tra culture, usanze e modi di costruire. Una bella storia che ci ha arricchito tutti, disegnando il contorno di un comune essere e stare insieme.
Progetto finito:
Ora l’istituto è costituito da: Piano terra adibito alla zona giorno, cucina, dispensa, sala da pranzo, zona studio e ufficio.
Primo piano con 4 grandi camere, ciascuna con 2 bagni e 2 docce, locali infermeria e sala medica, locali per i volontari.
Secondo piano con deposito materiale, sala giochi, possibilità di ricavare altre sale. Lo sforzo economico, per una piccola associazione come la nostra è stato considerevole. Siamo partiti con la fiducia che in qualche modo ce l’avremmo fatta. Non abbiamo avuto sovvenzioni corpose ma grazie alle nostre volontarie e alla vendita dei loro manufatti, giorno per giorno, Natale dopo Natale, abbiamo raccolto quello che era necessario. Il cuore e la sensibilità di molti ci ha permesso, come delle formichine, di raccogliere quanto necessario. Nessuno si è tirato indietro anche nel fornire una consulenza specializzata, penso all’ingegnere strutturista e all’architetto.
Particolare cura è stata usata anche nell’impiego delle risorse economiche. i volontari hanno progettato e stimato quantità e tipo di materiale necessario e personalmente acquistato ciò che serviva. Così abbiamo limitato sprechi o perdite di denaro. Ora l’istituto è in via di completamento e rifiniture, ma i bambini hanno già delle grandi camere colorate e confortevoli in cui dormire. C’è una grande sala giorno dove consumano i pasti e fanno i compiti, un’infermeria in cui potranno ricevere assistenza e cure.