Al centro del villaggio di Haro Wato le suore comboniane conducono questo ospedale, luogo prezioso di cura per la popolazione tribale dei villaggi. Qui la mortalità di mamme e bambini è ancora alta, perché nella tradizione le donne partoriscono in casa e si curano con le erbe. La relazione con le tribù si costruisce piano piano parlando la loro lingua, rispettando le tradizioni, con un atteggiamento paritario. Nei piccoli gesti si costruisce la fiducia che porta all’inclusione nel loro clan. Si costruiscono “famiglie allargate” in cui tra gioie e dolori si cammina insieme. Questa gente, ora, chiede aiuto all’ospedale e molte mamme nel pre e post parto si affidano anche alla medicina tradizionale.