L’epidemia da SARS-COVID 19 ha colpito la popolazione italiana a partire da fine Febbraio 2020, una emergenza senza precedenti che ha coinvolto l’intera umanità. Si tratta di un disastro collettivo proprio perché la quotidianità e quegli aspetti che fino a quel momento davano certezza sono diventati instabili.
Come tutti oramai conosciamo, la zona di Nembro, la bergamasca è stata toccata pesantemente dalla pandemia. Nella sola Nembro i morti censiti ad oggi sono 188 e sono molte anche le persone sopravvissute al virus che riportano nella mente immagini di sofferenza e di morte, vissute perlopiù negli ospedali. Esperienze, queste, cariche di intense emozioni, sensazioni, pensieri che non cessano di essere ben presenti nella loro mente e nella loro quotidianità.

Questi ricordi definiti traumatici, rappresentano vissuti che non solo non possono essere dimenticati, ma invadono il presente rappresentando un grave fattore di rischio per la salute psichica di adulti e bambini.

L’intera comunità porta i segni di questa pandemia, la paura, il dolore e l’impotenza che sono stati vissuti collettivamente, si sono amplificati, lasciando ferite traumatiche che hanno bisogno di essere curate ed elaborate.